“…Quella che avviamo con queste assemblee pubbliche è una fase preliminare, in cui chiediamo ai cittadini di fare proposte che possano portare un contributo in termini di interesse generale, come ad esempio parcheggi e spazi a verde…”
Con queste parole la giunta comunale di Pisa ha annunciato una serie di assemblee pubbliche volte a recepire le proposte della cittadinanza per la stesura del nuovo Piano Operativo, lo strumento urbanistico con cui andare a disegnare lo sviluppo della città.
Quella della “Partecipazione” è la retorica del momento, con cui le amministrazioni di ogni colore stanno cercando di recuperare un po’ di credibilità e di consenso. Solitamente si riduce nell’infiocchettare decisioni già prese e presentarle a ristretti gruppi di sodali.
Per contro, noi stiamo davvero portando avanti un processo partecipato per disegnare un pezzo di città, il futuro Parco Pubblico per lo Sport. Poteva quindi risultare interessante osservare una di queste assemblee pubbliche per capire come il Comune si stesse muovendo e che spazi si aprissero con questo Piano Operativo “Partecipato”.
Mercoledì 12 ottobre, presso la Circoscrizione 5, si è svolta l’assemblea dedicata ai quartieri di Pratale, Don Bosco, Cisanello, Pisanova, San Biagio. Un pezzo di città niente male, si parla di diverse migliaia di abitanti. Ma la “Partecipazione” era relegata in una saletta con 15 sedie, alcune delle quali già occupate da assessori e consiglieri di maggioranza.
L’assemblea si è svolta seguendo il più rituale dei copioni, non vale la pena spenderci troppe parole, Sindaco e Assessore all’Urbanistica in cattedra a presentare una sfilza di slide e interventi dei cittadini relegati al finale e archiviati con risposte approssimative. La “Partecipazione” si farà, ci dicono, mandando le proprie osservazioni al Comune via pec, (ma entro dicembre!) osservazioni che saranno lette attentamente dagli uffici competenti, ci dicono, e prese in considerazione nella stesura del Piano Operativo.
Pare tutto un po’ grottesco, troppa forma e nessuna sostanza. Sindaco e giunta in grande spolvero, protesi nello sforzo di curare le apparenze e simulare assemblee con un pugno di cittadini (comunque troppi rispetto alle loro previsioni, visto che diversi erano rimasti tagliati fuori e provavano a seguire dalla finestra della sala).
Rimaniamo convinti che i processi partecipati, quelli veri, debbano prevedere altra cura e altri tempi per poter recepire davvero le necessità e i bisogni di chi vive un territorio.
Continueremo a chiedere il cambio di destinazione d’uso dei nostri impianti sportivi, necessario per portare avanti il progetto del parco, anche tramite lo strumento del Piano Operativo. Ma lo faremo forti di un processo realmente collettivo, che è appena agli inizi ma ha già visto più di duecento persone esprimersi a riguardo tramite un questionario e decine e decine di altre durante le assemblee e gli eventi.
Perché la partecipazione, fuor di propaganda, è ben altro. E noi lo sappiamo.
Palestra Popolare La Fontina